In cerca di un appassionante gioco d’azione e invogliati dalla bella recensione de Lo Sfoglio, abbiamo deciso di dare una possibilità a Yakuza 0, ecco com’è andata.
La trama di Yakuza 0 viene servita come una ciotola fresca di noodles; Zampillante, pieno di torsioni e giri, e soddisfacente fino alla fine. Se abbiamo apprezzato molto i combattimenti in strada a suon di ossa rotte, numerosi personaggi secondari e il contesto, è la trama e racconto di tradimento e il braccio di ferro per il potere al suo centro che ci hanno tenuti incollati allo schermo per tutto il tempo.
Yakuza 0 è ambientato nel 1988 e serve come storia di origine per due dei personaggi più importanti della serie, Kazuma Kiryu e Goro Majima, che si ritrovano intrappolati in una guerra di terra tra i clan rivali. Mentre il precedente gioco della serie, Yakuza 5, ha presentato cinque storie diverse e si è rivelato un po’ convulso come risultato, Yakuza 0 beneficia di concentrarsi sui punti di vista di Kiryu e Majima, ognuno sprezzato dalle rispettive famiglie e i cui percorsi in ultima analisi convergono alla fine.
È un racconto di gangster che aderisce principalmente alla convenzione, con i boss minacciosi, le autobombe, il ricatto e simili, ma è una storia raccontata bene e raccontata a fondo. Proprio come la serie Metal Gear Solid, Yakuza 0 non ha paura di prendere il controllo per periodi prolungati per offrire una lunga sequenza per avanzare la trama e sviluppare i personaggi, ma non ci si sente mai e in alcun modo distaccati dagli eventi sullo schermo grazie alle forti performances degli attori e alla scrittura costantemente potente.
Anche se le animazioni dei personaggi sono un po’ legnose, servono a ricordare che questo è un gioco sviluppato a cavallo di generazioni di console (la versione giapponese è stato pubblicato contemporaneamente su PS3), Yakuza 0 però riesce a incarnare il look and feel delle sue città Tokyo e Osaka. Le versioni più recenti di Mafia III e Watch Dogs 2 potrebbero far sembrare ridicole le mappe di Yakuza 0 in termini di scala, ma entrambi lottano per il secondo posto quando si tratta della pura densità di dettagli imbottiti in ogni angolo e piazza della città.
Le strade al neon intriso di battistrada, una linea sottile tra splendidi e sgargianti, i discount Don Quijote sono caverne claustrofobiche del consumismo, e i venditori sulla strada sono assillanti. In quanto ad ambientazione retro, Yakuza 0 non è esattamente Gran Theft Auto: Vice City, ma quando si tratta di nostalgia degli anni ’80, ci sono abbastanza cenni al periodo per rafforzare il senso del tempo e del luogo – dai cercapersone utilizzati dai personaggi ai cartelloni pubblicitari dei Walkman e i giochi da sala giochi OutRun e Space Invaders.