Il futuro del marketing Instagram sembra celarsi nei nanoinfluencer, utenti con un seguito di poche migliaia di persone e un forte legame col pubblico, addirittura più validi dei grandi profili.
I nanoinfluencer costano molto meno, e hanno una migliore targhettizzazione che potrebbe permettere alle aziende, attraverso una serie di piccoli investimenti anche su determinate aree di territorio, di dar vita a campagne ben più efficaci che pagano milioni di dollari ai nomi storici della piattaforma.
I piccoli infulencer sono in grado di muovere diverse migliaia di persone e di proporre a queste nuovi prodotti e servizi in modo più intimi e diretto di quello che avviene con i profili da milioni di like.
L’attenzione ai nanoinfluencer è qualcosa di nuovo, una prospettiva diversa per le attività che vedono nel piccolo e diffuso risultati maggiori a quelli che si possono ottenere con una Ariana Grande o Chiara Ferragni che sia.
Il modello del social e l’ambizione stessa potrebbero quindi cambiare radicalmente rivoluzionando ancora una volta il settore del social marketing in questo periodo in una fase di forte crisi di identità con un Facebook che funziona sempre meno e un Instagram che garantisce sì valanghe di like e followers, ma che non dà chiari segnali sui contenuti. Spesso snobbati e difficili da trasformare in call to action.
Accade così che una dimensione più ridotta, sia sulla scala di decine di migliaia che addirittura su realtà più piccole per targhettizare una determinata area del territorio, sembrano diventare il futuro del marketing.
I costi di un nanoinfluencer sono davvero bassi rispetto a un colosso dei social, i risultati non troppo differenti, specialmente se si attua una selezione accurata e si individua un target reale.
Spesso e volentieri infatti gli enormi profili nascono da like e follower acquistati attraverso agenzie, ne va da sè che l’elemento marketing vada così a farsi friggere.