Dopo l’incubo di Wannacry, che infettò migliaia di computer nel nostro paese, i ransomware tornano all’attacco, sia come strumento di offesa, quindi senza riscatto, che con doppio riscatto per guadagnare denaro dall’attacco hacker.
Una volta liberati sulla rete, questi cryptolocker diventano uno strumento di guadagno per i loro creatori, cosa che incentiva ancora di più la crescita dell’ennesimo problema web che mostra tutta la fragilità e il pericolo della digitalizzazione.
Gli attacchi ransomware colpiscono principalmente aziende e infrastrutture pubbliche e, secondo gli esperti, punteranno sempre di più alla tecnica della ‘double extortion’, la doppia estorsione.
Il riscatto infatti viene richiesto sia per ottenere la chiave crittografica per i propri dati, che per evitare di vederli diffusi sul web.
Una minaccia importante, in particolare per le aziende e le istituzioni.
La soluzione semplicemente non c’è. Servirebbe ridimensionare la figura del web, e tornare a metodi classici che non espongano a virus e altre amenità. In particolare basterebbe disconnettersi dalla rete e liberarsi di questa valanga di problemi.
Il progresso però sembra remare in senso contrario, esponendo anche elementi critici a virus di poco conto che possono mettere in crisi un intero paese.
Le vittime sono illustri, troviamo infatti diverse amministrazioni ma anche aziende come Campari, che si sono trovate colpite da uno dei virus più subdoli in circolazione.
Se prima l’attacco era diretto, oggi, i ransomware diventano una minaccia costante che può attivarsi attraverso allegati o siti di phishing.
Difendersi non è facile. Serve molta cautela e il controllo costante dei file che carichiamo, sia quelli che passano dalla mail e dalle piattaforme di messaggistica, sia quelli che si scaricano dal web.
Il problema più grande è che questi virus sono praticamente alla portata di tutti e versioni ben più complesse, potrebbero saltare fuori nei prossimi mesi.
Prima o poi, la digitalizzazione potrebbe essere rivista di fronte a minacce di questo genere.